domenica 20 marzo 2016

DIALOGHI: Solo ciò che c'è

"Non è possibile farsi piacere ciò che non piace ..."

"Devi costantemente occupare la scena in qualche modo, questo è il punto. Cerchi sempre riscontro nelle situazioni, positivo o negativo che sia, vuoi prenderne qualcosa. Il costante bisogno di afferrare, se non con il corpo, con gli occhi, è ciò che ti fa dire questo. A volte è sufficiente occupare lo spazio senza necessariamente esprimere giudizi: sei chiuso nel traffico, fine. Sei annoiato, fine. Sei confuso, fine. Sei triste, fine. Nessun commentatore, nessun giudizio. La tua confusione non ti confonde, la tua tristezza non ti rattrista, la tua rabbia non ti innervosisce. Il bisogno costante di metterci un "io" causa questi problemi. A volte è sufficiente ascoltare gli altri, anche se stanno antipatici al tuo ego. A volte basta star seduti e guardare, senza necessariamente sperare di voler essere da un'altra parte. A volte, così, nella vita è bello essere dove si è ed essere come si è. Se questo non è ancora possibile, nessun problema. La vita è ciò in ciò che hai, non ciò che vorresti avere. L'amore è in chi hai davanti, non in un oggetto di immaginazione e desiderio."


venerdì 18 marzo 2016

DIALOGHI: Io o il mondo?


"Il mondo dice qualcosa, e tu la ripeti.
Io non la dico, non perché sono contro il mondo, ma perché è molto difficile che contemporaneamente io e il mondo siamo d'accordo e, ancor più difficile, diciamo la stessa cosa.
Forse la pochezza interiore viene compensata dal desiderio di poter dire la propria solo quando l'intero mondo la dice. In questo modo potrai illuderti di aver detto qualcosa"

DIALOGHI: La noia

- Cos'è la noia?

Una forma di mancanza di creatività. In qualsiasi situazione ti trovi puoi creare, perfino se sei sdraiato su un letto di un'ospedale immobile puoi creare: fantasie e storie, sentire il dolore, ascoltare senza commentare mentalmente, andare dentro di te.
Quando smetti di pretendere che questo istante sia diverso, allora anziché cercare di scavalcarlo, lo espandi. Non ti cerchi da qualche altra parte. Da quel punto crei, immagini, giochi."

- E' questo senso di vuoto ... una sorta di apatia. Non lo sento come positivo, non mi fa star bene. Non è propriamente noia.

In assenza di stimoli ti senti pian piano scomparire. L'ego per sopravvivere ha bisogno di rivedersi in qualcosa: in un'obiettivo, in una nuova speranza, in un domani, nelle storie di ieri, nel cammino ed evoluzione spirituale, in qualcosa da fare. Quando si è insieme a qualcuno si sente il bisogno di parlare, di raccontarsi storie. Si riempono i silenzi di ogni sorta di idiozia pur di continuare a percepirsi. Questa è la vera noia, ascoltare certi discorsi vuoti. Se senti immobilità e passività, una carenza di entusiasmo, allora è una possibilità. Approfitta di questa sensazione per lasciarti scomparire. Non sempre si ha la capacità di farlo all'interno di situazioni dinamiche, con diversi stimoli intorno. Lasciati quindi scivolare in quella che chiami noia e apatia, e non cercare per forza qualcosa da fare. Prova ogni tanto a stare fermo, e non fare nulla. Ascolta, guarda. C'è una sorta di magia quando tutto rallenta, è il silenzio da cui ogni forma di attività si presenta. Quell'attività che utilizzi per fuggire dall'evidenza dell'istante, per sentirti "vivo". Hai bisogno di una relazione per sentirti coinvolto? di un passatempo? di rumore e chiacchiere intorno a te? Queste cose potrai apprezzarle solo dopo, adesso sono solo forme di compensazione. Smetterai così di utilizzare gli altri per riempire quel vuoto che ti inseguirà come un'ombra finché non ti fermi"



giovedì 17 marzo 2016

DIALOGHI: Fatti da parte


"Quando ti fai da parte, la vita si rivela. Non è una questione filosofica o romantica. Devi realmente trovarti nelle condizioni di capire che nulla puoi fare se non fidarti dell'imprevedibile. Allora il dinamismo interiore si arresta, e lascia spazio ad un dinamismo senza direzione, imprevisto e senza progetto. Il dinamismo è dato dalla situazione, non da un programma. Ti muoverai quando ti sentirai costretto dalla corrente degli eventi, diversamente semplicemente siederai senza attese. Non sei più tu a muoverti con l'intenzione di farlo, anzi, scopri che hai solo creduto di esserlo stato. Siedi, e quando arriva l'onda ti muovi. L'azione si rivela, non la puoi progettare. Senza un progettatore l'azione è senza filtro, pura e fuori dal giusto o sbagliato. Quindi non cercare una libertà esterna. Questa, in realtà, consiste nel fatto che niente può urtarti se non tu stesso, qualsiasi sia la condizione in cui ti trovi. La peggiore situazione che puoi immaginare, in realtà non può toccarti lì, nello spazio. Prima di essere una persona, sei spazio. Prima di essere pensiero o emozione, sei silenzio. Quindi non puoi essere qualcosa, se non solo una misera idea. Non c'è che questo. Lascia che il dinamismo si arresti quando perderà ogni speranza nel controllo."



DIALOGHI: Vita pratica

"Dobbiamo pur trovare un modo per vivere, e c'è bisogno di supporto economico.."

"Innanzi tutto, non capisci cosa è necessario per vivere finché non lo perdi. Non è necessario fare tre pasti al giorno, con primo e secondo. Non è necessario il cellulare ultimo modello. Non è necessario avere i mobili più costosi. Non è necessario possedere abiti firmati. Non è necessaria una TV. Si tratta di adattarsi, senza commenti. Inoltre, se proprio dovessi trovarti alle strette, l'unica cosa su cui puoi fare affidamento è la tua arte"

"Non posseggo nessuna capacità artistica"

"Ogni essere umano la possiede. La vera creatività consiste nel non avere altro a disposizione se non l'istante. Finché un io tenta di essere creativo, lo farà sempre per uno scopo. Non è arte. Quando non hai più nulla, quando non hai più un futuro e un passato, quindi una identità, diventi creativo. Allora lì puoi scoprire le tue capacità"


DIALOGHI: Vivere pienamente

D "Sento di non star vivendo pienamente ..."

R "Si, e succede solo per un motivo. Non per qualcosa che dovresti fare e non fai. Succede solo quando pretendi che domani sarà meglio. Oggi piove, aspetto il sole. Oggi non esco, aspetterò domani che uscirò. Oggi è una giornata noiosa, domani andrà meglio. Sono solo, conoscerò qualcuno che mi renderà felice. Sono fidanzato, vorrei lasciarmi ed essere libero. Magari va anche come ti aspetti, ma manchi la possibilità di vedere che oggi c'è una pienezza, una bellezza che non chiede. I bambini molto piccoli lo sanno. Non è per mancanza di stimoli che la vita è vuota, ma perché ha bisogno di stimoli continuamente, come una droga, e prima o poi questi stimoli si appiattiscono ed esauriscono. Chiedi alle persone molto ricche. Il rischio è che non fai in tempo a vederlo, che già sei morto."


mercoledì 16 marzo 2016

DIALOGHI: Essere non è un'esperienza

R "Quando ti permetti di essere, allora non ti urta ciò che si discosta dall'idea di chi o cosa vorresti diventare. Se vuoi essere spirituale o apparire tranquillo, ti urta la tua rabbia e la tua paura. Se vuoi essere amato, ti urta quando il controllo sull'altro si affievolisce. Quando vuoi essere rispettato, ogni cosa che incontri ti manca di rispetto. Quando la smetti di voler essere diverso da come sei, un profondo e umile movimento psicologico avviene: ti permetti di essere."

D "Parli per esperienza o per teoria"?

R "Quale esperienza? Ogni esperienza va e viene. Cosa intendi dire, se so cosa dico? So cosa dico, ma in nessun modo posso dimostrarlo e nemmeno ha valenza. Non ci sono prove, non ci sono diplomi. La prova è un sentire che dipende da te. Ad ogni modo ti interessano le mie parole, non la mia esperienza."

D "Qualcosa è accaduto"

R "No, ti sbagli. Quando va via la nebbia tutto rimane lì com'era anche prima"

D "Si ma la nebbia è andata via"

R "Potrebbe tornare"

D "E non hai paura che accada"?

R "No. Forse la differenza ora è solo questa"

D "Non hai perso la tua umanità"?

R "Al contrario, non mi sono sentito mai così umano. Ora mi arrabbio di più, piango di più, gesticolo di più, gioco di più, urlo di più, corro di più.

D "Eppure i maestri sembrano così posati ..."

R "Non ci sono maestri. Non ci sono geni. Non ci sono persone evolute. Dipende dal complesso di inferiorità di chi li guarda. Quando guardi le cose così come sono, nessuno ha qualcosa in più o in meno. Il carattere del corpo/mente può variare, ma non è detto che lo faccia. In base all'energia che si ha, ci si può inasprire o addolcire. Ma questo non ha alcuna importanza, perché capire cosa non sei, fa perdere attrattiva nei confronti del corpo/mente, che si può esprimere con meno restrizioni sociali o morali."

D "Quindi ti emozioni ancora"

R "Di più, perché non ho paura delle mie emozioni. Vedi, si ha paura di tutto questo perché si crede di rinunciare alla propria fragilità, sensibilità, umanità. E' il contrario. Dobbiamo ammettere che ci rifuggiamo nello spirituale per non essere più umani, per paura di essere banalmente umani. Cerchiamo uno strumento per garantirci felicità assoluta, amore e gioia. Si prenderà una grande cantonata. Tendenzialmente non si fa che dire no al proprio femminile, al proprio intuito, al proprio pianto, alla propria rabbia, al proprio lato bambino. E' come guardare un film. Tu sai di non essere il protagonista, eppure non puoi che emozionarti alla vista del film. Quando guardi il film, il distacco tra te e il film non ti impedisce di emozionarti, non ti impedisce di aver paura, non ti impedisce di sperare. Eppure il distacco c'è, e quel distacco, profondamente, ti fa sentire al sicuro. Temi, ma sai che è un film, e che una volta finita ti alzerai dalla poltrona e tornerai a casa. Mi spiace, non riesco a spiegarlo meglio di così."




giovedì 10 marzo 2016

DIALOGHI: Tristezza

"Sento dentro di me una tristezza perenne che non so spiegare. Non c’è una ragione per questo."


"Continua a mantenerla senza oggetto. Quel dolore diviene tristezza, poi nostalgia, poi malinconia, poi gioia. E’ un sentimento essenziale, lasciato dalle persone sempre nella superficie. La maggioranza tradisce questo sentimento essenziale, fingendosi felici e sorridenti, mentendo a se stessi. Poi basta una parola o un contatto per farli piangere. Senti che qualsiasi cosa fai non ti toglie quella tristezza, è ottimo, una forma di grande maturità. Ti viene difficile perfino innamorarti, perché smetti di credere che questa nuova situazione ti porterà finalmente ciò che ti mancava. Senti che ti manca qualcosa, ma non sai cosa. Smetti di credere che sia dovuto al tuo lavoro, alla tua compagna, al tuo stipendio, alla tua autoradio. Smetti dunque di cercarla fuori, e la vivi dentro. Questo è l’inizio dell’arte."

DIALOGHI: Cambiare lavoro

"Una situazione può farmi stare a disagio ...

"No. La resistenza alla situazione ti fa stare a disagio."



"Dipende dal mio lavoro. Faccio un lavoro che non mi piace .."

"Gli attori di teatro non si lamentano delle loro parti, ma recitano i loro ruoli al meglio, sapendo che questi sono solo temporanei. Puoi cambiare lavoro solo una volta che avrai trovato tutto ciò che di buono quello attuale può darti. Altrimenti appena cambierai lavoro inizierai di nuovo a fare i capricci."





DIALOGHI: Paura

"Tutti noi abbiamo paura di qualcosa. Di cosa hai paura tu?"

"Pensare alla paura evidenzia un bisogno di trovare qualche antagonista esterno, in modo da poterci identificare. Che senso ha la tua domanda? In questo momento di cosa dovrei avere paura?"

"In generale ..."

"Non esiste in generale. E' filosofia. La paura è un sentire, e dipende dalla situazione. L'istante me lo dice, non il mio pensiero. Se credo di aver paura dei ragni, allora la mia diventa una storia, e a noi piace nutrirci di storie per evitare il vero contatto con la paura. La paura di cui parli tu è la paura della morte, cioè la paura della vita. Si vive con questa paura, e poiché deve trovare una direzione, la si proietta su qualcosa: il cane che mi ha morso, il papà che mi ha picchiato, il vicino che mi ha guardato male. La verità è ciò che si nasconde dietro questo bisogno di dare un volto alla nostra paura. Se scaviamo, troveremo sempre la stessa paura originale, cioè quella di non poter esistere senza la paura stessa. L'unica paura che esiste, è il terrore di rimanere senza paure, cioè senza un io che deve lottare per risolvere qualcosa".

"Mi capita spesso di pensare alla mia situazione di vita ed essere infelice .."

"Capitano dei momenti senza pensare a questo, senza futuro. Dei momenti in cui sei talmente senza via d'uscita, senza soluzioni, che ti siedi e basta. Non ne vuoi sapere, nemmeno delle soluzioni. Se la tua infelicità è veramente totale, allora questi momenti di assenza di soluzione capiteranno spesso, in cui non potrai fare altro che sprofondare nella tristezza. Una tristezza senza rifiuto, senza risoluzione, senza fuga, diventa malinconia, e la malinconia diventa presto pace. Una pace in cui non vuoi niente, perché il fatto stesso di volere ti fa ripiombare nella frustrazione. Ti accorgi presto che più che essere interessato ad una soluzione alla tua infelicità, non riuscivi a stare con quella sensazione. Non era la soluzione "esteriore" il vero punto della questione, ma il non permettere alla paura di entrare a livello fisico, scivolare nel sangue ed entrare nelle ossa. In quella pace è possibile che qualche intuizione ti dia una direzione che non avevi nemmeno immaginato, perché tutti i pensieri che avevi fino a quel momento si concentravano solo in una circonferenza ristretta. Talvolta capita che qualcuno riceve una brutta notizia o fa un incidente, e questo lo costringe a rivedere le sue priorità. L'incidente, anche se duro, ti mostra la pretesa di concentrarti sul tuo misero problema, sul tuo concetto di infelicità."





DIALOGHI: Sii vero, non migliore

"Quando crei una distanza, allora non raggiungi mai. Se vuoi essere felice, ricevi solo la volontà di esserlo, non la felicità. Se vuoi essere saggio, ricevi solo la volontà, non la saggezza. Quando elimini questa distanza, allora sei già tutto questo. Crei invidia o idealizzazione verso qualcuno, per creare distanza. Lo fai per la paura di concederti, di permetterti di ottenere.
Osserva come vivi nella separazione, nel bisogno di creare una distanza tra te e quella data cosa. In questo bisogno si genera sempre, sottilmente, una gerarchia. Osserva il tuo modo di funzionare, trova la tua maniera, la tua strada, non copiare nessuno. Non cercare di essere silenzioso, tranquillo, positivo, o di amare tutti. Sii vero, non migliore."