giovedì 10 marzo 2016

DIALOGHI: Paura

"Tutti noi abbiamo paura di qualcosa. Di cosa hai paura tu?"

"Pensare alla paura evidenzia un bisogno di trovare qualche antagonista esterno, in modo da poterci identificare. Che senso ha la tua domanda? In questo momento di cosa dovrei avere paura?"

"In generale ..."

"Non esiste in generale. E' filosofia. La paura è un sentire, e dipende dalla situazione. L'istante me lo dice, non il mio pensiero. Se credo di aver paura dei ragni, allora la mia diventa una storia, e a noi piace nutrirci di storie per evitare il vero contatto con la paura. La paura di cui parli tu è la paura della morte, cioè la paura della vita. Si vive con questa paura, e poiché deve trovare una direzione, la si proietta su qualcosa: il cane che mi ha morso, il papà che mi ha picchiato, il vicino che mi ha guardato male. La verità è ciò che si nasconde dietro questo bisogno di dare un volto alla nostra paura. Se scaviamo, troveremo sempre la stessa paura originale, cioè quella di non poter esistere senza la paura stessa. L'unica paura che esiste, è il terrore di rimanere senza paure, cioè senza un io che deve lottare per risolvere qualcosa".

"Mi capita spesso di pensare alla mia situazione di vita ed essere infelice .."

"Capitano dei momenti senza pensare a questo, senza futuro. Dei momenti in cui sei talmente senza via d'uscita, senza soluzioni, che ti siedi e basta. Non ne vuoi sapere, nemmeno delle soluzioni. Se la tua infelicità è veramente totale, allora questi momenti di assenza di soluzione capiteranno spesso, in cui non potrai fare altro che sprofondare nella tristezza. Una tristezza senza rifiuto, senza risoluzione, senza fuga, diventa malinconia, e la malinconia diventa presto pace. Una pace in cui non vuoi niente, perché il fatto stesso di volere ti fa ripiombare nella frustrazione. Ti accorgi presto che più che essere interessato ad una soluzione alla tua infelicità, non riuscivi a stare con quella sensazione. Non era la soluzione "esteriore" il vero punto della questione, ma il non permettere alla paura di entrare a livello fisico, scivolare nel sangue ed entrare nelle ossa. In quella pace è possibile che qualche intuizione ti dia una direzione che non avevi nemmeno immaginato, perché tutti i pensieri che avevi fino a quel momento si concentravano solo in una circonferenza ristretta. Talvolta capita che qualcuno riceve una brutta notizia o fa un incidente, e questo lo costringe a rivedere le sue priorità. L'incidente, anche se duro, ti mostra la pretesa di concentrarti sul tuo misero problema, sul tuo concetto di infelicità."





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