martedì 25 ottobre 2016

DIALOGHI: Il guru

"Che male c'è ad andare da un guru? E' per il semplice gusto della condivisione"

"Puoi andare dove vuoi, ma domandati perché lo fai. Cosa può darti? Cosa stai cercando?
Renditi conto, onestamente, che ciò che chiedi non è la condivisione, ma la pace che cerchi. Se cerchi la condivisione è possibile fare altro, come uscire con gli amici, o mangiare una pizza con il tuo guru. Non necessariamente, però, questo si deve mettere al centro dell'attenzione. In alcuni centri, satsang o scuole, si paga il maestro. Perché dovresti pagare qualcuno per condivisione? Io non do soldi all'amico perché faccia una passeggiata con me.

"Ma tu che insegni aikido ti fai pagare.."


"Assolutamente si. Io strutturo un percorso. C'è una didattica, c'è una pratica intensa dietro. Sono esistiti dei maestri che strutturavano una didattica, anche riguardo il lavoro psicologico. Lì ha un senso, perché qualcuno si prende l'impegno difficile di dare una struttura, una direzione. Poi il fine è, chiaramente, liberarsi da tutto questo. Si fa un lavoro approfondito, individuale. Si è affiancati da figure competenti, in ambito tecnico, artistico, psicologico. C'è una certa serietà dietro tutto questo, e anche una certa responsabilità. Non è da tutti, non basta sedersi al centro di una sala e dire che tutto è uno, siamo amore, non c'è nulla da fare e ci vogliamo tutti bene. E' vero che non c'è nulla da fare, ma dunque perché dovrei pagare qualcuno per stare in silenzio, per toccare le sue mani o ascoltare i suoi discorsi? Perché dovrei fare chilometri per ascoltare qualcuno che mi dice che è tutto così perfetto com'è? I discorsi sulla non dualità sono bellissimi, quando non sono copiati ed incollati, e scaturiscono per il piacere del silenzio, come un'opera artistica. Si ascolta un discorso del genere da una persona ispirata, ma non è diverso dal guardare un paesaggio, o una vecchietta completamente immersa nel suo atto di cucire. Non paghi la vecchietta per guardarla, non tenti di prendere qualcosa da una camminata nei boschi. Si fa per il piacere di farlo. Se dai soldi o qualcuno chiede soldi per questo, allora si vive in una profonda confusione. Si crede ancora che ci sia qualcosa che si da e che si prende, lì dove magari i discorsi del famoso guru si contraddicono. Quando comprendi non hai bisogno di andare a trovare il tuo maestro, nemmeno se sapessi che è sotto casa tua. Sei tranquillo, non manca niente. Pretendere che, per induzione, il cosiddetto guru ti passi la sua illuminazione toccandoti le mani o ascoltando i suoi silenzi, quello è un errore molto ingenuo. Sono ancora nella fantasia che lì, dopo, è meglio di qui, adesso. Sono nella gerarchia: sto creando dei livelli, sto dicendo che il mio fruttivendolo odioso è meno importante per me che il guru in India. Sto vivendo un'illusione, sto coprendo le mie paure più profonde. Devo imparare ad essere disponibile a ciò che mi si presenta, e questo è sempre a disposizione. Le paure, le ansie, la rabbia, sono sempre con me, ovunque io vada. Questo devo sentire, ecco tutto ciò di cui necessito.


"Non trovi che il contatto con una persona che abbia realizzato questo silenzio sia quantomeno propedeutico?"

La persona non realizza niente. Nessuno qui può dare questa tranquillità profonda e senza tempo. Puoi avere un presentimento, sia dal famoso guru, sia dal gatto del tuo vicino. Perché vai dal guru e non accarezzi il gatto del tuo vicino? Perché non tocchi un albero? Condividono lo stesso silenzio al di la di ogni forma entrambi. Perché non odori un fiore? Pensi che il guru abbia qualcosa di più? Puoi andare dal guru, magari per te è anche utile, ma un vero guru ti dirà di andare via, non di restare. Ti lascerà solo con la tua misera paura. Un guru vero non ti consola, non fa il secondo papà, vuole che tu viva la vita quotidiana con tutte le restrizioni che questa presenta. Puoi chiedere l'ora, il cibo, le attenzioni, il sesso, ma ciò che è essenziale, la pace che cerchi, risiede di istante in istante. Quando vedi la persona per quello che è, quando realizzi che non c'è nessun maestro e nessun guru, allora sparisce questa etichetta e diventa un amico, una persona qualsiasi. Semplicemente un individuo che funziona normalmente, efficacemente. Non ha nulla da darti e tu non hai nulla da prendere. Va benissimo dunque incontrare qualcuno con questa non pretesa, ma allora dunque perché pagarlo? O perché muoversi intenzionalmente verso di lui? Se accade un incontro questo è spontaneo, naturale. Non c'è volontà da parte del guru di trattenerti, di fare in modo che tu abbia bisogno di lui. Un vero maestro vuole la tua indipendenza, sia pratica che affettiva. Desidera che tu vada via, che tu trovi la tua stabilità e autonomia affettiva. Nessuna relazione può appagarti definitivamente, devi trovare questa pace da te. Nessuna soddisfazione profonda viene dalla situazione."




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