giovedì 3 novembre 2016

DIALOGHI: Nessuno è sensibile

"Spesso mi sento urtato nella sensibilità. Al di la di ciò che dici, mi ritengo una persona particolarmente sensibile."

"Che significa "io sono una persona sensibile?"
La persona non può essere sensibile, perché cercherà sempre il suo tornaconto emotivo.
E' frequente prendersi per persone sensibili, quando invece si vuole compiacersi della propria fragilità affettiva con retrogusto sentimentalista. Vedersi come persone sensibili è solo un'altra immagine, molto utile nei contesti sociali convenzionali, che vivono nella separazione "io sensibile, tu no, io ferito tu non comprendi..."
La vera sensibilità, se è la verità che cerchiamo, inghiotte la personalità e il concetto stesso di sensibilità. Sensibilità è ascolto. In questo ascolto non può esserci posto per un io sono sensibile. L'io traduce questo ascolto per riportarlo al conosciuto, quindi alla sua convenienza.
In un ascolto senza riferimenti, senza cause, senza etichette, senza bisogno, si scorge la sensibilità che non è di nessuno, se non nel pulsare stesso di quella che chiamiamo vita.
Essere sensibili significa essere vuoti, disponibili, non fragili e romantici. Sentirsi urtati nella "propria" sensibilità è sintomo di mancanza di sensibilità, perché nell'ascolto niente può urtarci se non noi stessi. Quando si oppone resistenza, non si ascolta. Quando ci si sente toccati personalmente, si ascolta questo malessere senza pretendere di essere qualcosa. Non tradurre le tue paure appiccicando etichette, come quella di persona sensibile."




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