domenica 28 febbraio 2016

DIALOGHI: Cos'è il pensiero?

D "Spesso leggo che non esiste nessun "io", eppure il senso di esistere è molto forte, come si spiega questa cosa"?

R "Prima ancora di poter dire "io", deve esserci un pensiero che crea questa parola. Prima del pensiero, non c'eri. Solo dopo esserti svegliato, ad esempio, puoi dire che TU hai sognato. Durante il sogno questa differenza non c'era, era un tutt'uno. Si può vedere molto facilmente l'illusorietà di questa identità, basta uno svenimento, dormire, una forte ubriacatura o l'aiuto di qualche erba. Questi stratagemmi possono aiutare a far comprendere che non c'è un'identità, e quindi i problemi legati a questo "io" sono irrisolvibili, perché il problema da risolvere è l'io stesso. Il senso di esistere è sempre presente, ma non è individuale. La percezione viene sempre prima di un pensiero, ed è questo che ti da il senso di esistere" 

D "Ma, in fin dei conti, cos'è il pensiero"?

"Un processo ripetitivo. Si ripete fino a consumarti."

D "In che senso consumarmi?"

"Nel senso che il suo continuo utilizzo porta ad esaurire presto tutte le energie vitali. Raccontarsi storie tutto il giorno è un processo che non si interrompe mai, nemmeno di notte. Se i medici si dedicassero con cura a studiare gli effetti devastanti del continuo uso del pensiero, si vedrebbe quanto è realmente seria la situazione."

D "Come uscirne"?

"Si usa il pensiero per paura di rimanere senza. Si ha bisogno di pensare ad uno scopo, per paura di non avere una direzione. Si pensa alla prossima cosa da fare, oppure alle ragioni che hanno spinto quello lì a fare quella'altra cosa là. Non si fa altro che pensare alla prossima cosa da dire,o da fare. In campo spirituale si crea un ego e poi si cerca di distruggerlo. C'è sempre qualcosa a cui pensare, perfino a non pensare. Perfino a meditare. Quindi come uscirne? Non se ne può uscire, finché non ci si accorge delle paura più grande, e cioè accorgersi che non c'è nessun pensatore".


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