sabato 27 febbraio 2016

DIALOGHI: Creatività e Risveglio

D - Che ruolo ha l'immaginazione e la creatività in tutto questo? Stare con il reale è concreto, ma la vita è anche fantasticare, sognare, immaginare. In fondo i migliori artisti lo fanno ...
R - Se l'irreale è uno strumento di fuga dal reale, l'immaginario si colora di una carica emotiva che risulta essere la lama a doppio taglio che conosciamo bene. L’immaginario è estremamente creativo se parte dal riconoscimento del posto in cui sono, dell’emozione che vivo, e della situazione in cui sono dentro. Se immagino una via di fuga da tutto questo, non sarò mai realmente creativo, perché dico no a ciò che invece è si. Da questa posizione, da questo si, che è l’unica in cui mi ritrovo, allora nasce l’immaginazione e la fantasia. Se sono triste, non immagino di essere felice per fuggire dalla tristezza, non cerco di essere sorridente e allegro. Cosa c’è di creativo? Sto solo fuggendo la tristezza che ha una profondità che non conoscerò mai se la scavalco e la rimando! Se scivolo nella tristezza e la accolgo, allora ne diverrà uno strumento di profonda ispirazione, e da lì l’immaginario potrà prendere vita con una storia, un disegno, un film, un brano musicale, un ballo. Sono capace di ogni genere di esperienza se so immaginare, non ho bisogno di compierla.
Con l’immaginazione posso andare ovunque, essere chiunque, stare con chi voglio. Chi è triste non ha fantasia, non ha immaginazione, perché motiva mentalmente le sue ragioni. Ma chi sente la tristezza senza commenti può creare tutti i mondi che vuole, può andare dove vuole, e viaggiare nel suo immaginario sconfinato. Se sei in prigione e vuoi uscire, non c’è creatività. Se accetti il fatto che non puoi uscire, allora lì nasce la creatività, e puoi scegliere di uscire da quella prigione volando via, e non sarai mai più in prigione. Immaginandola posso viverla emotivamente, toccarla con mano, giocare come voglio. Non solo non c’è niente di male, ma è estremamente stimolante. Non si pone nemmeno più il problema di dover fare i conti con la concretezza e la materialità del momento. [ ... ] Il problema del reale e l’irreale si pone se definisci. Le due cose sono la stessa cosa. Se sto facendo un bel sogno e mi sveglio in un reale che non mi piace, allora non si è creativi. Il sogno continua anche nella veglia. [ ... ] Mentre camminerà vedrà magia ovunque si troverà, perfino dal panettiere. Gli alberi parlano con lui, il cane è un essere sconosciuto, la signora anziana che passa potrebbe essere una strega dai poteri magici. Lui non sta rifiutando l’istante, e accogliendolo pienamente può finalmente giocarci. Dice si all’istante, all’evidenza, e quindi da quel si nasce la sua immaginazione. [ ... ] Non esiste più divisione tra reale ed irreale, dunque non vi è rifiuto, separazione e tentativo di manipolazione. Se tento di manipolare il futuro proiettando un sogno, non sono creativo, tutto il contrario! Sto cercando di legare la vita, di strapparla dal fatto che sia magica ed imprevedibile. Non mi permetto di ascoltare, perché preferisco parlare. [ ... ] Non è nel definire i miei gusti come elementi statici, che si crea qualcosa. Per essere creativo devo essere silenzioso, ascoltare, rallentare, fermarmi, e allora l’ispirazione arriva nel silenzio. Se la vado a cercare violento la bellezza. Non è nel selezionare solo una ristretta gamma di emozioni rifiutando le altre, che mi posso definire artista, perché quest’ultimo esplora la luce e il buio, finché capisce che l’uno e l’altro sono la stessa cosa. Non è nel condannare il male e la violenza che posso creare un’opera artistica, perché quest’ultima non può essere selettiva e parziale. Non è nel condannare mio padre che risiede il mio essere artistico, ma nell’amarne anche i suoi teneri difetti. Allora posso disegnare una caricatura di mio padre, e provare affetto mentre lo faccio, non critica. Quella è politica, non arte. Dall’agitazione non arriva un bel niente, sentirò di fare seicento cose ma nessuna veramente sentita. Non si tratta di fare ciò che si sente, ma di sentire ciò che si fa. Un pittore che vuole dipingere, non è un pittore. Un musicista che vuole vendere, non è un musicista. Se non sono in grado di vedere la bellezza della città in cui sono, qualsiasi essa sia, non potrò vederla da nessun’altra parte. Mi attirerà all’inizio qualsiasi cosa sia diversa per partito preso, ma poi finirà nel conosciuto e non mi sentirò più stimolato. Se non sono in grado di vedere la bellezza del muro che mi sta davanti, allora come potrò apprezzare la vita, come potrò mai iniziare a vivere ed immaginare? Anche un muro può darmi l’ispirazione per un libro. Se definisco mio figlio in un modo, è perché non riesco a stare con la magia del non sapere. Se mi descrivo in un qualche modo, è perché non sono pronto a vivere la magia del non avere punti di riferimento concettuali su qualsiasi cosa mi circondi. [ ... ] Puoi viaggiare con l’immaginazione a partire dal sì, e questo sognare integrerà ogni cosa. La fantasia è molto reale. Quando ti perdi in essa, quando credi in essa, sei un soggetto molto concreto.


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