giovedì 22 dicembre 2016

DIALOGHI: Essere e apparire

"Indossiamo vestiti.
Il vestito dell'uomo innamorato, il vestito della donna spirituale, il vestito della persona per bene e onesta, il vestito del dentista, il vestito dello yogī, il vestito del cristiano.Pensiamo che avere un figlio è essere padre, una laurea essere dentista, farsi il segno della croce essere cristiano, avere una buona elasticità essere uno yogī, conoscere il pensiero dei filosofi essere un filosofo, fare la carità essere caritatevoli.Niente di tutto questo fa di noi qualcosa del genere, finché non siamo disposti a dimenticarci di essere questo e quello e di essere fatti in un certo modo.Il concetto principale da sradicare è "io". Tutto il resto si poggia su questo concetto solido e lo perpetua. Niente di ciò che facciamo ha un qualche valore se è un aggiunta a questo concetto solido principale.Ricreare un'immagine di noi stessi ogni volta che approcciamo a qualcuno o qualcosa, è un disastro. Non ci permette MAI di entrare a contatto con nulla. Riconosciamo, vediamo, sperimentiamo che siamo NIENTE, e poi forse da lì è possibile fare una famiglia, avere figli, praticare yoga e andare in Chiesa."





domenica 18 dicembre 2016

DIALOGHI: Nostalgia è magia

"Puoi parlare della nostalgia, quella legata al passato. Per me è difficile sostenerla..."


"Non puoi sostenerla, per fortuna. L'ego non ce la può fare, perché quell'emozione è troppo grande. Ci prova, cercando di creare una storia associata all'emozione, in modo da ridurla. Ma non può, prima o poi cede.
Il ricordo è magia.
Quando il "me" è certo di essere stato in quel luogo, e di aver avuto una sua storia personale, il ricordo perde molta di quella sua magia.


Non è più visto come un quadro in cui il "me" non può essere separato dal resto della scena, ma come se realmente fosse accaduto qualcosa intorno ad un soggetto separato. Se lo si guarda bene non è così. Nella scena non si può staccare.  E' una storia che la mente si racconta per paura di abbracciare quella magia, senza riferimenti. Quel senso di nostalgia, quel sapore malinconico, non ha più un legame ad una persona o elemento del ricordo, ma è rivolto a questo sentimento in sé stesso. Poiché è senza motivo, resta la magia.
Talvolta il "me" si chiede perché le cose siano andate così e se potevano andare diversamente, ma è ovvio che la domanda muore sul nascere. Non c'è risposta e non c'è domanda. Rimane quel sapore.
Senza riferimenti, senza appigli, rimane una carezza malinconica, in cui il ricordo viene lasciato essere senza manipolazione, rimpianto, rimorso, rancore, dubbio.
Muoiono gli elementi psicologici, rimane l'emozione. Non è più un rammentare, ma un ricordare.
La potenza di quella nostalgia è pari a quando si potrebbe essere su un letto e, prima di morire, si riguarda quella storia. Chi l'ha vissuta? Dov'è ora? Cosa è rimasto? Sembra esser stato tutto un sogno, perché, di fatto, lo è. Allora quella magia è pericolosa per la mente, per il "me", perché annulla la razionalità. Non è più necessario tentare di collocarsi in qualche punto temporale, non c'è posto per un "me". C'è solo la nostalgia, e una nostalgia senza oggetto nostalgico, è felicità. Normalmente la nostalgia è diretta al voler tornare indietro, o riavere ciò che si è trascorso. Se si lascia andare questa fantasia, rimane un vibrare intenso, che per l'immagine che abbiano di noi stessi risulta pericoloso. A volte sembra che il ricordo faccia male, malissimo. Si ascolta una canzone, si vede una bicicletta, si cammina in una strada, ed ecco che riemerge quella potentissima nostalgia. Se quel sentimento non si localizza in una storia, in un punto del corpo, si può espandere. Può uccidere, perché ciò che si cerca, realmente, è la morte del "me", dell'ego, della storia personale. Si vuole lasciare libera l'associazione tra due oggetti, me e il ricordo. Rimane il ricordo. E ancora, senza ricordo, poiché non è lì, indietro, ma è sempre qui, ora, rimane l'emozione. E' adesso. Nessuno se n'è andato, nessuno è morto, nessun luogo è stato salutato. E' sempre dentro di noi, anche allora era dentro di noi. Solo, che per mancanza di chiarezza, sembra essere accaduto "fuori". Talvolta presentiamo che con qualcuno appena incontrato staremo insieme per molto tempo, talvolta un'altra persona sembra la reincarnazione di un vecchio amico. E' il sogno, il mistero, la magia. Non deve essere spiegato, analizzato, come si fa violentemente con le favole, ma va sentita la sua suggestività, la sua potenza misteriosa. Incontriamo qualcuno, chiudiamo gli occhi, rimane l'emozione. L'incontro è sempre con noi stessi. Questa chiarezza toglie dolore alla nostalgia, e la paura del futuro si annulla. Passato, presente e futuro si fondono in un unico punto, e si vede come nessuno sta vivendo la vita, ma è questa stessa ad apparire a qualcosa senza nome. Normalmente, invece, un ricordo fa troppo male, o magari lo si idealizza. Si vuole tornare indietro, oppure si vuole cancellare. Quando manipoliamo, tentiamo di cancellare una bellezza impossibile da nascondere. Questa riemergerà, prepotentemente. Il nostro corpo si chiuderà, la nostra mente rifiuterà, perché non si può contenere tanta magia. Lo facciamo anche con i sogni, vogliamo averli lucidi per manipolarli, vogliamo analizzarli, comprenderli. Vogliamo tornare indietro al trauma per risolverlo, vogliamo purificare a senso nostro, liberarci da qualcosa. In realtà abbiamo paura, siamo terrorizzati dal lasciare le porte del mistero che siamo aperte. Allora lasciarsi uccidere dal ricordo, senza pretendere che si trovi nel passato o che qualcuno in particolare l'abbia vissuto.
Si rimane con quel mistero."

https://www.youtube.com/watch?v=ZYgX3CqdoEw&list=PLUn0Bgo4IJIRcwtF2YADI6_p8osL7IXao&index=29

sabato 17 dicembre 2016

DIALOGHI: La vita non ha bisogno di te

"Accettare qualcosa è romanticismo. La situazione, l'istante, è scientificamente inevitabile. Non c'è spazio per qualcuno che debba accettare o meno. Non c'è il tempo né lo spazio, ma solo azione. La situazione, la vita, il momento, non ha bisogno della nostra approvazione. Si fa fronte a ciò che si presenta, senza commenti. Se ci sono dei commenti, l'istante ha presto questa forma. Si parla di accettazione quando non si accetta che il controllo è un'illusione"


"Secondo te siamo liberi di scegliere se reagire o agire? O non c'è nessuna libertà di scelta?"


"Ogni azione è una reazione. Non esiste un'azione scollegata che si possa definire personale, se osservi attentamente il tuo quotidiano."


Anche se si è "risvegliati"?


Non si è risvegliati! Si è quello che si è.
Essere risvegliati è essere, ed essere è senza etichette o diplomi.


Grazie delle risposte anche se non riesco a concepire di essere senza libertà di scelta se è questo quello che hai detto.


Non lo devi concepire o non concepire, ma osservare. 
Guarda bene quelli che definisci tuoi pensieri, azioni, emozioni, e cerca di trovare dove pensi di avere il controllo.
Ad esempio questa conversazione: hai scelto delle risposte da dare o sono state conseguenza anche delle mie? Puoi scegliere che pensiero avere prima di percepirlo? Puoi stabilire se avere lo stimolo per fare pipì? Puoi stabilire prima come ti sentirai se tua moglie ti lascerà? Il tuo passato può essere stato diverso di un millimetro? 
Si osserva scientificamente tutto questo.
La libertà è anche un concetto romantico. La libertà è adesso, ed è slegata dalla situazione. Si è liberi di non dover essere liberi. Per quello che credi di essere, cioè una persona che ha delle scelte, non sarai mai libero. Si è libertà, non liberi. 
Non esiste alcuna libertà se non nell'istante. Voler essere liberi da qualcosa, è paura di vivere. Volersi liberare è imprigionarsi.


"Sono libero di osservare o non osservare, di essere consapevole o di non esserlo? almeno questo concedimelo "


"Vedi, la paura di non essere libero è proprio ciò che ti imprigiona.
Stiamo appiccicando parole per coprire il dato di fatto che si ha paura. L'unica cosa che dico è di stare onestamente con quella paura, senza cercare di coprirla con un'idea di risveglio, di essere se stessi, di essere liberi o consapevoli. 
C'è paura, è un fatto.
Stai con quella paura, sentila, ascoltala"


"ho capito, lo farò! anzi lo sarò"



"Certo che lo farai, non hai scelta ;D "




sabato 3 dicembre 2016

DIALOGHI: Follia nascosta


"La tensione è solo ben nascosta. Basta toccare una persona per farla mettere sulla difensiva o farla piangere. In circostanze abituali, quando tutto va bene, questa follia rimane nascosta. Solo in situazioni realmente difficili ed impreviste si vede il vero volto di qualcuno. E' semplice prendersi per spirituali ed iniziati finché la situazione lo consente. Poi si perde il lavoro, mia moglie mi lascia, muore il mio cane, e dico "no" alla vita. Posso soffrire, soffrirò sicuramente, ma contemporaneamente ringrazio la vita. Ringrazio per avermi donato questo ricordo, questi momenti, queste gioie e questi dolori.
Diversamente siamo bravi, generosi, pacifici, finché la situazione lo permette."