sabato 27 febbraio 2016

DIALOGHI: Centro e Periferia

D "Esiste un centro?"

"In ogni cosa esiste un centro"

D "Qual'è il nostro"? Si può trovare un punto immobile"?

"L'io non è il centro, ma la periferia. Quello che tu definisci "te stesso", si muove nel mondo, o almeno così sembra. Parla, cambia idea, si contraddice, cerca, ha esperienze. Il centro è ciò che osserva anche questo io. L'osservazione non si fa, perché altrimenti è l'io che osserva se stesso, e lo farà sempre da un punto di vista parziale, che gli conviene o meno.

D "Allora il centro è introvabile"

"Il centro non si può trovare come un mazzo di chiavi. L'ego può essere visto in azione, ma non può morire, perché il pensiero che esista lo tiene in vita. Il centro è senza immagine."

D "Qualche consiglio"?

Il centro non può essere visto e toccato, ma la periferia si. Non tentare di afferrare il centro, ma osserva tutto ciò che sta nella periferia, cioè tutto ciò che si trasforma. Un praticante di arti marziali si muove, eppure è immobile. Le sue azioni provengono dal centro, non è più lui a muoversi, eppure solo il movimento può essere visto. Un musicista attraverso la musica, parla sempre del silenzio. Poiché non può, allora lo fa attraverso la periferia, cioè la musica. La spiritualità, le parole, parlano del centro, ma non potranno MAI essere il centro. Ecco perché tutte le pratiche sono destinate a fallire se tentano di far toccare il centro. La meditazione è un oggetto, proprio come un portamonete. La meditazione va e viene. Lo yoga va e viene. Mia nonna va e viene. La pioggia va e viene. Ogni cosa è li perché indica il centro, ma non potrà mai esserlo. Questo non significa che queste cose non servano. Servono come la musica. Servono come la pittura. Sono lì per ricordare quanto questo "io" non esista, ma non sono li per eliminarlo! Dunque, chi è che si illumina? Chiaramente nessuno.




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