sabato 20 agosto 2016

DIALOGHI: Cambiamento e indecisione

D "Puoi parlarmi dell'indecisione e del cambiamento?"

"L'indecisione non va risolta con una scelta, va compresa. Indica una mancanza di risonanza e di richiamo. Ciò che si vuole non consente dubbi. Quando qualcosa o qualcuno richiama profondamente, non c'è indecisione, c'è azione. L'indecisione indica una mancanza di risonanza.
Allora la domanda è: cosa si vuole?
La vera domanda però è un'altra: prima di sapere cosa vuoi, sai chi sei?
Riconoscere che la persona è solo una forma di abitudine, e non desidera il cambiamento, perché esso implica la cancellazione di questa auto-idea del "me".
Normalmente si cercano dei cambiamenti futili: cambio fidanzato, cambio taglio dei capelli, cambio automobile, cambio religione, cambio città."

D "Alcuni di questi non sembrano futili."

"Puoi cambiare città ma rimanere lo stesso, trascinandoti le tue proiezioni, paure, abitudini, false sicurezze. Non è l'oggetto del cambiamento a determinare una vera trasformazione. Il vero cambiamento cancella il vecchio, non si somma ad esso. Inoltre il vero cambiamento è verticale, non è legato al tempo e alle circostanze. Avviene in profondità, e la sua forza modifica anche gli eventi. L'errore è cercare un cambiamento del genere, come nella spiritualità del desiderare e dell'attrarre. Nessuna persona vuole un reale cambiamento, perché questo implica l'abbandono dell'idea stessa di persona. La mente può solo volere un cambiamento in relazione a ciò che conosce, dunque prende il passato e, modificandolo, lo proietta nel futuro. Ogni obiettivo, speranza, desiderio sarà sempre della parte informatica del pensiero, quella che proietta un mondo che già conosce e in cui si sente al sicuro.
Non si sceglie di cambiare, quella è la mente che cerca sicurezza, non felicità. Un cambiamento importante è presentito in lontananza attraverso l'incontro con una persona, la visita in un luogo... l'atmosfera cambia. Questo presentimento trascina un senso di paura, perché indica qualcosa che non è legata al conosciuto. E' un cambiamento che si avverte come inevitabile, simile ad una piccola morte, perché tutta la struttura mentale dell'io è messa a rischio. Non si pretende nemmeno di muoversi senza paura, perché questa si fa sentire più forte, ed è il segno che il cambiamento è rilevante. Ci si muove, dunque, nonostante la paura. L'elemento paura è segno che il cambiamento è già in atto. La persona vorrebbe cambiare, ma solo a partire dal conosciuto, e questo non è un vero cambiamento. Quando si ha il coraggio di mettere in discussione la propria auto-idea, allora si è disponibili ad un cambiamento che inglobi anche le false sicurezze.
Il messaggio quindi è: nessuno può e vuole cambiare. Il cambiamento è parte di un processo più grande, fuori dal controllo personale. L'indecisione indica un'assenza di vero richiamo. I cambiamenti che spaventano di più sono, infatti, quelli più interiormente significativi.
In un'ottica più ampia, senza interpretazione personale, ciò che cambia è inevitabile che lo faccia.


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