giovedì 2 giugno 2016

DIALOGHI: Sucidio




"Che ne pensi del suicidio? Alcuni non ce la fanno a reggere questi pesi psicologici. Il suicidio lo vedi come un'atto di codardia?"

"Bisogna accettare che alcuni non ce la fanno, ma voglio vedere il tema in un'ottica più ampia.
Suicidio non è solo il gesto estremo fisico.
Si sceglie di suicidarsi quando si scende a compromessi sacrificando la propria individualità, il proprio sentire, la spinta profonda. Quando si prende un impegno, si fa una promessa, anche se questa finisce con il travolgere un disagio di fondo che si decide di tappare, di nascondere, di sorvolare. Il suicidio inizia da quì, mettendosi da soli le catene, e questo potrebbe portare ad un suicidio fisico in futuro. Ci si suicida quando l'identificazione con qualcosa è totale: se sono un architetto, quando perdo il lavoro, mi sentirò morire. Se sono un marito, quando perderò la moglie mi sentirò morire. Quando ci crediamo il ruolo che svogliamo, allora una volta perso penseremo al suicidio.
Si suicida lentamente colui che ha deciso di voltare le spalle alla verità, seguendo le bugie. Queste sono rappresentate dalla priorità delle convenzioni, dei doveri, degli sforzi per raggiungere obiettivi che non si sentono, dal tentativo di rendere felice gli altri a discapito di se stessi, dal dimenticarsi della propria natura. Il suicidio inizia da qui."



Nessun commento:

Posta un commento