lunedì 6 giugno 2016

DIALOGHI: Credere?

D - "Tu a cosa credi?"

"Credo in Dio, credo in te, credo nello scopo finale, credo nella scienza, credo nell'amore, credo in me stesso ... sono tutte idee striminzite. 
Credere è come avere delle stampelle e immaginare che siano necessarie."

D - "Credere può dare una speranza"

"Sperare è inutile, non ti permette di vivere. Sperare è immaginare, ma a differenza dei visionari che giocano con il loro mondo di immaginazione, come i bambini, l'adulto medio ne è spaventato. E' terrorizzato da ciò in cui crede, perché teme che senza queste stampelle cadrebbe. Chi butta le stampelle una volta per tutte, non vuole più usarle. Posso prima credere in una religione e poi in un'altra, o prima credere in Dio e poi credere nella scienza, o magari prima credo in te, poi mi deludi, e credo solo in me. Poi credo in una visione spirituale, e poi in un'altra. Prima credo in un sistema politico, e poi cambio. Prima credo nel caso e poi nelle coincidenze. L'apertura non ci trova se continuiamo a cercare un equilibrio ideologico. Sto solo continuando a cambiare le stampelle. Credere è come immaginare di avere una malattia quando in realtà si sta bene. Si ha bisogno di sentirsi malati per paura di affrontare la vita completamente aperti, senza scudi del genere. "


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