D - " [ ... ] sentendomi in colpa per provare certe emozioni"
R - "Un ragionamento può essere sbagliato, un'emozione no.
Se sei a disagio, chi ne viene disturbato è solo chi non sopporta il suo disagio, non il tuo. Chi fugge dal disagio, non ti capisce, e quindi si sente disturbato. Chi non giudica il suo disagio, comprende anche il tuo. Magari è dispiaciuto, ma non disturbato. Per chi ha paura delle sue ombre e non le conosce, tu dovresti sempre stare bene. Sorridi, gioisci, ama ... così ti abitui a farlo anche quando non è la verità.
La rabbia, quando non è psicologica, ha una sua bellezza. Una rabbia senza paura diventa incisiva, totale, senza lasciare residui. Puoi notare di solito come, mentre manifesti rabbia, un senso di chiusura che non ti permette di viverla pienamente si somma al sentire fisico, e di solito questo accade a causa di altri pensieri che ti dicono che non dovresti per molti motivi. Una sorta di censura avviene."
Se sei a disagio, chi ne viene disturbato è solo chi non sopporta il suo disagio, non il tuo. Chi fugge dal disagio, non ti capisce, e quindi si sente disturbato. Chi non giudica il suo disagio, comprende anche il tuo. Magari è dispiaciuto, ma non disturbato. Per chi ha paura delle sue ombre e non le conosce, tu dovresti sempre stare bene. Sorridi, gioisci, ama ... così ti abitui a farlo anche quando non è la verità.
La rabbia, quando non è psicologica, ha una sua bellezza. Una rabbia senza paura diventa incisiva, totale, senza lasciare residui. Puoi notare di solito come, mentre manifesti rabbia, un senso di chiusura che non ti permette di viverla pienamente si somma al sentire fisico, e di solito questo accade a causa di altri pensieri che ti dicono che non dovresti per molti motivi. Una sorta di censura avviene."
D - "Questo dipende molto, però, da chi ho di fronte. E' chiaro che non sempre posso esprimere completamente l'emozione."
R - "Esprimere è solo l'aspetto più superficiale. Puoi vivere il disagio dentro di te, questo non è reprimere. Reprimere è quando reputi il disagio come un errore di percorso, come ingiusto, come sbagliato. Reprimere è quando vuoi puntare quel tuo disagio verso un oggetto, e non puoi. Una insofferenza vissuta realmente dentro non è contro nessuno, nemmeno contro di te. E' sentita fisicamente e non ha come bersaglio un'immagine su cui vomitarla. Noi diamo dei nomi a ciò che proviamo, così facendo delimitiamo e separiamo. Inoltre il nome che diamo è connesso con un pensiero di "giusto o sbagliato". Sentire significa non lasciarsi ingannare dai limiti imposti dalle definizioni."
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