sabato 30 aprile 2016

DIALOGHI: Corpo o mente?

- "Come capire se un bisogno è del corpo o della mente"?

"Ascoltandosi. Sono necessari dei periodi di privazione di certe attività per riequilibrare la struttura. I bisogni del corpo sono molto semplici. Un corpo è interessato solo alla sua sopravvivenza, quindi ogni altra attività imposta è mentale.Tuttavia capisci bene come dividere le due cose significa fare un'enorme riduzione."

- "Quindi sarebbe sufficiente mangiare, bere, defecare ..."

"E' sufficiente togliere potere al pensiero. Quando togli potere al pensiero non giudichi più le tue attrazioni o repulsioni. Le lasci li. Non credi più che quella scelta ti porti il completamento che ti serve. Ciò magari non elimina l'atto o il desiderio o la patologia in sé. Ma non è un problema più per nessuno, dal momento in cui non c'è nessuno. Che poi io mi senta attratto più da una persona che da un'altra, più da un luogo che da un'altro, più da un cibo che da un'altro, fa parte del quotidiano. Lo decide l'istante, non io. "

- "La dualità corpo mente è problematica ..."

"Finché c'è la dualità corpo mente, c'è un problema. Ci si chiede dove inizi uno e dove finisca l'altro. Ci si chiede se i propri desideri siano reali o meno. Ma nel momento tutto è incluso. Nell'atto in sé, nell'istante, non c'è scelta e non c'è dualità. E' la perfezione. Pensatore e pensiero sono una sola cosa. Corpo e mente sono una sola cosa. L'azione, infatti, non è mai divisa. Il dubbio di dover andare da una parte piuttosto che da un'altra, l'idea di essere tirati da due forze opposte, nasce appunto dall'idea. Il corpo vuole una cosa la mente un'altra. E' un modo romantico di vedere la cosa. Nel momento c'è solo un manifestarsi di un movimento in una direzione. La confusione, il dubbio, il ragionamento, sono inclusi nel movimento, e non al di fuori. Non c'è il tempo di pensarci, e se c'è tempo di pensare a queste cose si vede che non si sta vivendo. C'è azione, c'è un solo movimento dietro un'altro. Ogni movimento è essenzialmente giusto."

- "E quando sento di negarmi un piacere per paura delle valutazioni mentali?"

"Tu non ti neghi niente e non accogli nulla. Non vai a letto con la tua amica perché sei fidanzato, anche se sentivi un impulso ad andarci. Torni a casa e continui a tormentarti per questo. E ti chiedi "come ho potuto pensare una cosa simile? ... però quasi quasi un pensierino lo farei ... no no! smetti di pensare a questo!" Credi dunque che ci siano due forze che ti tirano, e tu non sai in che direzione andare. Di fatto, però, la direzione è quella in cui ti trovi. Non c'è scelta in questo. Il dubbio è apparente. Lascia il dubbio alla conversazione psicologica."


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