sabato 30 aprile 2016

DIALOGHI: Aiutare


"Cercare di salvare non serve, perché nessuno ha bisogno di essere salvato. Nessuno è nella strada sbagliata e nessuno è in pericolo. Ognuno svolge il ruolo che può svolgere, in base al livello di coscienza in cui si trova. C'è chi gioca a fare l'avvocato, chi lo spirituale, chi il parroco, chi il ladro. Un'automobile investe una vecchietta, un bambino dall'altra parte del mondo insegue una farfalla, un amore finisce dopo tanto tempo. Non c'è il tempo di pensare, la vita è troppo rapida, troppo ricca. Ognuno fa il passo che si trova a fare.
Si condivide, dunque, qualcosa che è oltre ogni manifestazione. Si condivide un presentimento di un silenzio che accomuna ogni mutamento, ogni pensiero, ogni azione. Se si condivide questo, nessuno ha intenzione di salvare o insegnare. Cosa si potrebbe insegnare? Cosa mai si potrebbe dare o ottenere, se si sta parlando di ciò che non fa parte del movimento? Insegnanti e anti insegnanti giocano lo stesso gioco di fraintendimento."




"Ma l'aiuto è necessario"?


"Non si insegna, si è da esempio. Si è un'ispirazione. Non si aiuta, si è al di fuori di una certa situazione, e quindi si è lo stimolo per uscirne. Nessuna pretesa di aiutare o di insegnare. Niente viene trasmesso se prima non si fa spazio, e quello spazio, quel silenzio, non si insegna. Se non ce l'hai, non lo puoi trasmettere.
Non si può dare nessuna felicità, nessuna sicurezza, nessun aiuto. Si può solo arrivare ad un punto dentro se stessi, in cui non è necessario nessun atto di volontà per aiutare, salvare, convincere. Chi non è uscito da una situazione, chi non ha approfondito le sue paure, solitamente cerca il modo di risolvere il problema aiutando gli altri per sentirsi meglio. E' un altruismo egoista.
Approfondire la propria solitudine, il proprio disagio, imparare a sentire le proprie emozioni senza veli e senza commenti, è un aiuto per se stessi e, contemporaneamente, per gli altri. Quando nel traffico trovi una via per uscire, chi ti sta dietro avrà, di conseguenza, più spazio, Ma se cerchi di creare spazio rimanendo in mezzo, creerai solo più caos. Aiuta te stesso, innanzi tutto. Non puoi trovare nessuna guida se non butti le stampelle."


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"Aiutare significa aiutarsi, spostarsi in un'altro piano. Si confonde l'aiuto con la consolazione. C'è chi sta male realmente, e vive dentro di sé con rispetto e con profondità quel dolore, e c'è chi cerca considerazione come un bambino che urla sempre più forte. Volere consolazione e dare consolazione, significa voler rimanere e far rimanere nello stesso punto. Significa dare importanza ai MOTIVI legati alla sofferenza. Mentre, chi rispetta la propria solitudine, tristezza, dubbio, confusione, non cerca di risolvere i motivi esterni, ma decide di fare un capovolgimento interno.
Aiutare non è consolare. A volte, per aiutare, è necessario lasciare completamente sola la persona che cerca un appoggio. Spesso è necessario togliere gli appoggi, lasciare cadere la persona in un quel vuoto oscuro per farglielo conoscere, anziché tendere sempre la mano. Inoltre, per tendere la mano, tu quel vuoto devi averlo superato. Altrimenti l'altra persona ti tirerà giù con lei. Molti non vogliono essere aiutati, vogliono tirarti giù con loro. Hanno deciso di suicidarsi, e per dare valore ai motivi legati alla loro sofferenza, non vogliono morire soli"

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