mercoledì 19 ottobre 2016

DIALOGHI: Paura come espressione della tranquillità



Cosa fare della paura?

Non si fa niente, si sente.
Ricevi un colpo, subisci un torto, vieni deriso, domani devi affrontare un esame, si rimane con l'eco nel corpo.
Non importa se è la mamma, il vicino, l'amante, la fine del mondo, perché ciò che conta è il sangue che bolle, la respirazione affannata, il calore dei colpi.
Si rimane mentalmente incastrati nelle ragioni, nei motivi, perché non si vuole sentire. L'esplorazione sensoriale è possibile solo mettendo da parte cause, responsabilità e conseguenze. Poco alla volta si realizza che la paura è anch'essa espressione della tranquillità.

In che senso?

Un pittore può esprimere l'emozione della paura sul suo quadro, senza aver paura. Se avesse paura non riuscirebbe a tenere fermo il pennello. Un pittore sente la paura come elemento del silenzio. Allo stesso modo un chirurgo non potrebbe operare se coinvolto affettivamente. La paura psicologica è un ingombro, mentre quella istintiva è di aiuto. Non ci si libera dalla paura come non ci si taglia un braccio solo perché si prova del dolore al gomito. Si vive con tutto questo, in modo intelligente.

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