domenica 17 luglio 2016

DIALOGHI: Ciò che è giusto non è sempre ciò che si sente

D "Negli ambiti della ricerca spirituale si insiste molto sul seguire ciò che si sente. Non credo sia una cosa possibile, poiché la nostra condizione spesso non ci permette di fare tutto ciò che vorremmo. Che ne pensi"?


R "Prima di capire ciò che si sente bisogna fare molta pulizia, e la pulizia viene solo con l'ascolto e con la pazienza. Non ci sono tecniche particolari, nemmeno la meditazione, nemmeno i sogni. Ci vuole tempo, a volte, affinché si affini questo sentire, e il tempo senza la fiducia non è nulla. Il termine che viene usato, spesso, è quello di consapevolezza, che non è altro che un certo grado di attenzione. Se impari a darti ascolto con una certa attenzione, pian piano emerge ciò che senti. Ma ciò che senti è solo un inizio. Con la maturazione imparerai a sentire ciò che fai, perché nella vita non si sceglie, ma si è scelti. Questo però è uno step successivo, ed è inutile forse parlarne adesso."


D "E se ciò che si sente non è corretto?"


R "Corretto o meno non esiste. Esiste ciò che ti da questo momento, ed è sempre corretto. Si impara a saper distinguere ciò che si sente da ciò che è giusto. Ciò che si vorrebbe non è sempre la cosa giusta, perché spesso è un modo per scavalcare un disagio funzionale alla crescita."


D "Un esempio?"


R "Per capirci prendo un esempio estremo. Un tuo caro sta soffrendo a morte e non ha via di scampo, ti chiede di ucciderlo. Cosa fai? O magari senza scomodare situazioni cinematografiche, sai che un percorso è giunto alla conclusione, vorresti continuarlo per sentirti meglio ma sai che è giusto cambiare, cosa fai? Quindi bisogna imparare a distinguere ciò che si sente da ciò che è giusto. Ciò che è giusto è ciò che va fatto, ciò che si sente è ciò che si vorrebbe, e come dici tu non è sempre possibile realizzarlo."


D "Perché mi rattrista sentire questo?"


R "Perché senti che è la verità, e senti che non puoi rinunciarci. Questa sofferenza non uccide solo grazie alla fiducia. Senza fiducia, senza quella che viene chiamata fede, ma alla vita nella sua totalità e non ad un Dio proiezione delle proprie paure, la tristezza potrebbe portarti ad un lento suicidio."


6 commenti:

  1. ciao :)

    non capisco quando dici "bisogna imparare a distinguere ciò che sente da ciò che è giusto, ciò che è giusto da ciò che va fatto" lo trovo in contraddizione rispetto ad altre cose che dici, per cui non c'è scelta...non c'è un me separato dalla vita e quindi c'è solo vita che accade. Me lo puoi spiegare ? grazie lara

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  2. Ciao

    come mai non rispondi ai commenti ? lara

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Ciao, perché non ho molto tempo a disposizione.
      Per ciò che è giusto intendo ciò che va fatto. Alcune cose per la mente sono poco piacevoli, ma si sente che vanno fatte.

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  4. Ma se è la vita che fa ....o non fa...

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    1. Certo. La vita si esprime anche attraverso me. Io posso fare, ma è sempre la vita che fa attraverso me, questo non preclude certo l'agire

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