giovedì 7 luglio 2016

DIALOGHI: Accettare di non accettare

[ ... ] "Certe situazioni sono inaccettabili ..."

"Accettiamo non in modo fatalistico, ma quando siamo posti di fronte all'evidenza di un fatto, per quanto sia negativo. Una resa, a tutti gli effetti. Anche se sembra che tu lotti, reagisci e ti scontri con ciò che non vuoi che accada, in realtà la resistenza è solo apparente. E' faticoso star dietro i perché, per come, i se, per colpa di chi, ecc.
Perfino constatare che c'è rifiuto, è una forma di accettazione. Accettare in fondo è un’altra forma di immaginazione, non si accetta, si constata ciò che avviene.
Stare con il non voler stare, è già la resa. Non puoi accettare ciò che crea costrizione e disagio, ma puoi constatare che non accetti , rimanendo dentro quel disagio. Quando c'è fiducia nel fatto che non potrai mai essere nell'errore, e nemmeno conservare orgoglio per aver conquistato qualcosa, tutto continua a seguire il suo flusso senza che tu crei ostacoli. Perfino l’apparente ostacolo fa parte del movimento. L’idea della scelta sbagliata, come di quella giusta, sono fantasie del pensiero."

"Alcune scelte del mio passato si sono rivelate sbagliate .."

"Esiste una sola realtà, ed è quella che stai vivendo. Le cose non possono essere andate diversamente. Riposa nell'evidente certezza che nella vita non c'è spazio ne per i sé, ne per i ma. Solo la mente può condurre immaginazioni fuori da ciò che accade. Questa non è filosofia, è l'evidenza. Ciò che fai o che non fai, è proprio ciò che fai o che non fai. Motivo per cui, se guardi indietro allo ieri, ad un'ora fa, ad un minuto fa, lo svolgersi dei fatti è ciò che non può essere mutato. Stai piano piano descrivendo un percorso, che non può essere diverso da quello che è. Non c'è spazio né per i sensi di colpa, ne per l'orgoglio. Poiché non puoi conoscere in anticipo le conseguenze di una scelta, nessuna decisione è giusta o sbagliata. Nessun errore, nessuna giusta decisione. C'è solo ciò che accade. Il resto è una sega mentale, che rende la visione alterata.
Riposa nella certezza che nulla, in fondo, può toccarti davvero in questa periferia di esperienze. Ne sei fuori, perché non hai scelta. Quindi, contro cosa lotti? Cosa c'è che non va, anche quando qualcosa sembra non andare? Nulla, perché tutto è come deve essere ... altrimenti non sarebbe accaduto. E' semplice, ma tremendamente spaventoso.
Libero dall'idea stessa di libertà che, paradossalmente, imprigiona."

"Osho faceva una differenza tra attività e azione [...,]"

[ ... ] Allora da lì sei libero, di agire o non agire, perché sai che non dipende da te e che l'errore non può esistere. Ti apri perfino se ricevi una batosta emotiva, qualcosa ti ferisce, qualche sogno si infrange. Non puoi che dire sì, il no non è ammesso. Non puoi dire sì in forma positiva, puoi solo constatare che le cose sono come sono. Dentro il disagio, l'apertura."


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